Nelle terre arse dal sole, dove il mare si infrange sulle scogliere e la campagna si distende a perdita d'occhio fino al Tavoliere delle Puglie, la Pasqua si tinge dei colori vivaci, di profumi e sapori delle verdure selvatiche.
Nei supermercati, il reparto verdura offre una scelta limitata. Le solite 10, massimo 12 verdure, sempre le stesse, allineate sugli scaffali tutte pulite e ordinate. Verdure trattate, concimate, tutte luminose e piene di colore rese quasi artificiali nel loro stesso splendore. Il nostro corpo, si sta abituando a mangiare sempre le stesse cose, si sta quasi disabituando a sapori più autentici, a quell' esplosione di gusto e vitalità che solo le verdure selvatiche possono regalare.
Personalmente mi ritengo fortunata vivo in un piccolo paese ai piedi del Gargano, e nei mercatini, nei rioni, nei paesini vicini è ancora possibile trovare una varietà di erbe spontanee. La raccolta delle erbe selvatiche del Gargano è un'arte antica, tramandata di generazione in generazione. Conoscono bene quest'arte i contadini e i "terrazzani", contadini senza terra, dei paesi più poveri dell'entroterra garganico: Cagnano, Carpino, Lesina ecc. Ogni settimana, questi contadini caricano sui loro "Ape car" i tesori della terra e si recano nei paesi limitrofi per venderli. Ogni verdura ha il suo sapore unico, le sue proprietà benefiche e la sua storia da raccontare. Questa è la mia Puglia! Sì la mia Puglia!
Basta passeggiare nella campagna pugliese, fare pochi passi in pianura, in località "Matine o "Costarelle" per trovare asparagi selvatici, che si trovavano spesso vicino alla sparacina, il cascigno, detto Crispino spinoso, la senape, il tarassaco, la malva, camomilla, la cicoria selvatica, la borraggine, la senape, cardoncelli, la misticanza e le verdure miste per il pancotto. Le verdure selvatiche non sono solo cibo, ma sono un pezzo della nostra storia, della nostra cultura, della nostra identità. Sono un ponte tra il passato e il futuro, un invito a riscoprire un ritmo di vita più sano e sostenibile.
Ah!, dimenticavo alla raccolta delle verdure non dobbiamo dimenticare la raccolta dei lampascioni selvatici, bulbi dal sapore amarognolo, "amar come nu velen", che si cucinano con l'agnello durante le festività pasquali.
Per concludere in bellezza questo elogio alle verdure selvatiche, vi lascio la ricetta dei cardoncelli con le uova e del cascino con le uova, due piatti tipici della Pasqua pugliese che racchiudono i sapori autentici della nostra terra. Quindi, questa Pasqua, imbocchiamo i sentieri della memoria.
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