PASQUA IN PUGLIA: IL BENEDETTO, ANTIPASTO TIPICO CHE RACCONTA LA STORIA DI UNA TERRA.

Antipasto Benedetto tipico Pasquale della Puglia con salumi formaggi e olive Nella foto ci sono anche carote.

IL CIBO CHE NUTRE IL CUORE, UN RACCONTO DI TRADIZIONALITA' E CONVIVIALITA'.

Nel calore di una Puglia ancora impregnata di semplicità e tradizione, la Pasqua portava con sé un rito sacro e familiare: il Benedetto, l'antipasto pugliese per eccellenza che dava il via al pranzo della festa. Ricordo ancora nitidamente quei giorni di festa, quando da piccola ero incaricata di portare l'acqua benedetta dalla messa domenicale. Era un momento carico di significato, un legame diretto con le nostre radici e con la spiritualità che permeava ogni gesto. Quella stessa acqua benedetta, custodita gelosamente in casa, diventava il fulcro della benedizione del tavolo pasquale. In un'epoca in cui la tecnologia non regnava sovrana e il benessere non si misurava in beni materiali, erano i momenti di condivisione e di semplicità a riempire i nostri cuori di gioia.

Il Benedetto, con i suoi 13 ingredienti simbolici, rappresentava non solo un piatto, ma un legame con la nostra storia e le nostre tradizioni. Questi 13 ingredienti sono un chiaro omaggio agli apostoli dell'Ultima Cena, rafforzando il legame tra il rito pasquale e la spiritualità cristiana.

Le pietanze, preparate con amore e dedizione dalle mani esperte delle nostre nonne e mamme, portavano con sé il profumo della memoria e il sapore dei tempi passati. Olive, tarallini, lampascioni, carciofini, mozzarelline, ricotta, salumi, caciocavallo, spicchi di arance, e tutti gli altri ingredienti si univano in un tripudio di sapori tipicamente pugliesi, creando un'armonia gastronomica che celebrava l'abbondanza della terra e la generosità della nostra cucina.


Su un tagliere di legno di ulivo ci sono i salumi verdure e formaggi per un antipasto ricco di Pasqua tipico Benedetto della Puglia.

In quei giorni di festa, non c'era spazio per le distrazioni del mondo moderno. Era un momento in cui ci si fermava, ci si riuniva intorno al tavolo, e si celebrava la gioia della vita e della famiglia. Si mangiava con semplicità e senza fretta, apprezzando ogni boccone e condividendo il piacere della compagnia. Non c'erano aperitivi nei bar, ma solo il calore dell'affetto e il profumo delle pietanze tradizionali.

Carciofi sott'olio e verdure per l'antipasto di Pasqua.

Un tempo, non ci concedevamo tante leccornie come oggi, quando le celebrazioni sembrano non avere fine. Il Benedetto, con la sua abbondanza di sapori semplici e genuini, era un evento atteso e speciale.

La mia mamma, attenta alla nostra alimentazione, preferiva il pane ai fichi alla Nutella, consapevole dei danni che troppo zucchero poteva causare. I dolci erano una rarità, riservati a occasioni speciali, e i denti erano curati con cautela, spesso senza nemmeno l'aiuto del dentista, ma con la magia di farli sparire facilmente! In quel tempo lontano, la semplicità regnava sovrana, eppure ogni momento era intriso di significato e di valore.

E anche se il tempo può aver portato con sé i cambiamenti e le nuove abitudini, il ricordo di quei momenti speciali vive ancora nel cuore di chi ha avuto la fortuna di viverli. Il Benedetto di Pasqua è più di un semplice piatto, è un legame con le nostre radici, con la nostra storia, con l'amore e la semplicità di un tempo che non tornerà più, ma che vive eterno nei nostri ricordi più cari.


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