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Clementina
Benvenuti nel cuore pulsante della Puglia, dove ogni piatto racconta una storia, ogni tradizione è un viaggio nel tempo e la cultura locale si esprime attraverso i sapori autentici della nostra terra.

Un ingrediente che consumiamo più spesso di quanto pensiamo

Spesso la gente pensa che le carrube siano cibo per cavalli o maiali. Ma la realtà è ben diversa. Basta leggere l’etichetta di un gelato, di una crema o di un dolce per scoprire che la farina di carrube è un ingrediente comune e prezioso. Questo frutto rustico e versatile, tipico del Mediterraneo, possiede proprietà straordinarie che lo rendono indispensabile in cucina. È un addensante naturale molto usato nell’industria dolciaria, perfetto per arricchire creme e gelati. Inoltre, è un’alternativa valida al cacao: la polpa tostata diventa un surrogato ideale per chi cerca dolci con meno grassi o è allergico al cioccolato. Ma le carrube sono molto più di questo.

In passato, qui in Puglia, erano uno cibo dolce, semplice e genuino, perfetto da sgranocchiare durante il lavoro nei campi o da dare ai bambini come sostituto del cioccolato. Dopo un periodo di declino, questa pianta straordinaria si avvia a una nuova rinascita, grazie alle sue proprietà.

Il Carrubo: una pianta resiliente e versatile

Il carrubo (Ceratonia siliqua), appartenente alla famiglia delle Leguminose, è un albero sempreverde, simbolo del Mediterraneo che può arrivare fino a 10 m. di altezza. Resistente alla siccità e ai terreni aridi, è capace di vivere per centinaia di anni. I suoi baccelli, lunghi fino a 20 cm, contengono una polpa zuccherina e semi durissimi, usati in passato come unità di misura per il peso, i famosi "carati".

La raccolta delle carrube  avviene in agosto e settembre. Con pertiche lunghe si scuotono gli alberi per far cadere i frutti. In passato, questo lavoro coinvolgeva intere famiglie ed era un momento di comunità e condivisione. Oggi, anche se questa tradizione si è ridotta, i carrubi rimangono una pianta iconica del paesaggio pugliese.

Polpa e semi: due risorse preziose

La polpa delle carrube, dolce e zuccherina, viene utilizzata in diversi modi. Tritata grossolanamente diveta foraggio per gli animali. Tritata finemente  e tostata, diventa un sostituto del cacaoil carcao,  ideale per chi cerca un’alternativa con meno grassi e dal gusto naturale. Questo carcao è sempre più popolare, soprattutto all’estero, dove viene impiegato per produrre tavolette e dolci.
I semi, invece, sono alla base della produzione della gomma di carruba (E410), un addensante naturale molto ricercato  nelle industrie alimentari, privo di glutine,  perfetto per gelati, salse, creme e altri alimenti, offrendo una soluzione naturale.

Il carrubo in Puglia: un patrimonio da riscoprire

In Puglia, il carrubo è da sempre parte integrante del territorio, con varietà locali come l’Amele di Bari, il Cavallato, la Schiovinesca e il Triggianese. Gli alberi, spesso lasciati a sé stessi, continuano a prosperare nei terreni più difficili, dimostrando una resilienza straordinaria. La riscoperta di questa pianta sta aprendo nuove opportunità: non solo per la cucina, ma anche per l’industria e la biodiversità locale.

Rinascita e valorizzazione

Dopo essere stato dimenticato per anni, oggi sta vivendo una rinascita. Grazie a iniziative come il Progetto CE.SI.R.A., promosso da realtà come il CNR di Bari, e all’impegno di aziende locali come Olère, il carrubo è tornato a essere valorizzato. Da ingrediente umile, sta diventando una risorsa sostenibile per la cucina moderna e per l’industria alimentare, rappresentando un ponte tra passato e futuro.

Valorizzare il carrubo significa riscoprire un tesoro nascosto che appartiene al nostro passato, ma che ha ancora tanto da offrire per il futuro. Questa pianta, che non richiede particolari cure, può diventare una risorsa importante per il nostro territorio. Investire nella sua coltivazione e lavorazione non solo significa preservare la nostra storia, ma anche creare nuove opportunità economiche e culturali per le generazioni future.



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