MATRIMONIO IN PUGLIA: UN TUFFO NEL PASSATO ... TRA TRADIZIONI E USANZE ANTICHE.

Matrimonio pugliese, invitati che ballano

Questo racconto non vuole essere solo un viaggio nel tempo, ma un invito a sorridere delle nostre tradizioni, a riscoprirle con occhi diversi, forse con un pizzico di nostalgia, ma soprattutto con tanto amore

LA DANZA DEL MATRIMONIO TRADIZIONALE

I matrimoni pugliesi di un tempo non erano semplici cerimonie, bensì eventi colmi di tradizioni, rituali e una ricchezza culturale che difficilmente si può trovare altrove.
Una volta, il matrimonio non era solo un'occasione per celebrare l'unione di due anime, ma un vero e proprio safari sociale, un balletto intricato di tradizioni e costumi che definivano l'essenza stessa della comunità.

QUANDO L'AMORE AVEVA L'AMBASCIATA.

Un tempo, nel Gargano in Puglia, i matrimoni seguivano rituali e usanze quanto meno pittoreschi. Non esistevano bar d'incontri, né social network, l'amore aveva bisogno di intermediari, veri e propri.  E qui entra in scena l'Ambasciata, ma non confondiamoci: non parliamo di diplomazia internazionale, bensì di quella più complessa  delle questioni del cuore. Immaginate un giovane così innamorato , o magari è solo uno che tiene molto alle buone vecchie tradizioni. La sua soluzione? Affidarsi a un tipo speciale, una sorta di James Bond dell'amore, conosciuto ai più come l'Ambasciatore dell'Amore che avrebbe portato avanti la sua causa.

Questo eroe, armato di buona volontà  e di audacia, si faceva carico di esplorare e testare il terreno e poneva le basi per un legame che avrebbe unito non solo due cuori, ma due famiglie intere e se la fortuna sorrideva, di ottenere il SI' tanto sperato.

E così, tra risate nervose e sguardi complici, si tessono le prime trame dell'amore. La bellezza di questo sistema? Ogni successo era un trionfo condiviso, ogni rifiuto un dispiacere da smaltire in compagnia. Ma al di là delle risate, questa usanza parla di una comunità stretta, dove l'amore e le relazioni non erano affari soltanto dei diretti interessati, ma un po' di tutti. 

antico matrimonio, corteo matrimoniale.

L'AMORE AI TEMPI DEI MUTANDONI E DELLE MUCCHE.

Ah, i tempi andati, quando l'età per sposarsi era così giovane che dovevi ancora chiedere ai tuoi genitori il permesso di uscire, ma già ti trovavi a discutere di chi avrebbe avuto l'ultima parola sul  matrimonio. Mia nonna, per esempio, si sposò a 13 anni - sì, avete letto bene, 13! - e giocava ancora con le bambole quando ha dovuto iniziare a pensare a quale modello di mutandoni esporre per il corredo nuziale. Immaginate un po', la scena: "Cara, smettila di giocare con le bambole e vieni a scegliere le lenzuola per il tuo matrimonio!" Surreale, non trovate?

Poi c'era questa fascia d'età, i 20 anni, che se non eri già accasata, iniziavi a sentire lo sguardo pietoso dei parenti, quasi come se fossi un'antica reliquia da esporre accanto ai mutandoni della nonna e diventavi automaticamente zitella!

Superati i 30, poi, diventavi automaticamente l'argomento preferito delle chiacchiere  delle vicine: "Hai sentito di quella povera zitellona?, si quella che colleziona gatti e parla ancora di trovare l'amore !"

Ah, i tempi andati,  il calendario non era solo un mezzo per contare i giorni, ma anche per misurare il valore sociale di una donna basandosi su un criterio matrimoniale. Sì, perché passati i fatidici 30 anni, non solo eri considerata una zitellonaMa la vera ironia era quando iniziavi a parlare di amore. Oh, l'amore! Quella parola magica diventava quasi un tabù, come se cercarlo dopo una certa età fosse sintomo di follia. "Hai sentito di quella? Sì, quella che ancora parla di trovare l'amore. A quest'età! Come se fosse possibile !" Io lo confesso, ho rischiato proprio grosso!

L'indignazione collettiva era palpabile, quasi come se l'amore avesse una data di scadenza, dopo la quale sarebbe diventato un prodotto inadatto al consumo.

LA VENDETTA  DELLE "ZITELLONE".

Ma ecco il bello, il rovesciamento della medaglia, la dolce vendetta delle zitellone: l'epoca moderna ha portato con sé una ventata di cambiamento, rendendo queste etichette obsolete.  Le "zitellone" di un tempo sono le donne potenti di oggi, quelle che scelgono consapevolmente se e quando innamorarsi, sposarsi o adottare l'ennesimo gatto. Veniamo a noi...

DOPO IL   SI' ," LA TRASCIUTA" E  I PREPARATIVI.

Ma non dimentichiamo la "Trasciuta", il momento  in cui le famiglie si incontravano, quasi come in un mercato azionario dell'amore, scambiandosi informazioni sulle doti e pianificando il futuro dei propri figli come se stessero negoziando trattati internazionali. "Allora, io offro tre mucche e un pezzo di terra…" "Ah, bene, noi possiamo aggiungere una dote di lenzuola ricamate a mano e due mutandoni extra-larghi, che ne dite?" E un mese prima del matrimonio, il fatidico "Cacciare le carte" al Comune, l'equivalente burocratico del "E vissero felici e contenti"... o almeno fino a che non dovevano discutere su chi avrebbe lavato i famosi mutandoni. Iniziano così i preparativi per il matrimonio. 

La preparazione del matrimonio era un'impresa  che coinvolgeva ogni membro della famiglia. Questo periodo di preparazione era un vero e proprio rito di passaggio per gli sposi, specialmente per la sposa, che vedeva la sua dote accuratamente preparata e discussa come un tesoro.

" IL LETTO DELLA ZITA".

Il giorno prima delle nozze,  c'era il mitico "letto della zita". Questa tradizione si trasforma in uno spettacolo del paese, dove parenti e vicini diventano critici d'arte, convocati per ammirare non quadri o sculture, ma lenzuola e copriletto. È un rituale che unisce, che fa sorridere, dove il futuro degli sposi viene augurato attraverso la morbidezza di un materasso e la freschezza di lenzuola appena stirate. La tradizione del letto della zita, per esempio, era un momento carico di simbolismo, dove gli sposi, circondati da parenti e amici, ricevevano benedizioni e consigli per la loro nuova vita insieme.  In queste tradizioni, vedere l'essenza stessa della comunità pugliese: l'importanza della famiglia, il valore della solidarietà, e la capacità di trovare gioia e significato nelle cose semplici della vita.

 Il GIORNO DEL "SI'" - FESTE, BALLI E DOLCI.

Il matrimonio si consumava in un crescendo di festeggiamenti che iniziava al mattino e si protraeva fino a sera. All'epoca ci si sposava di pomeriggio. Il pranzo nuziale offriva un trionfo di sapori, dai piatti tradizionali come la pasta "li ziti o li mezz ziti" al sugo di agnello, fino alle Sfogliatelle di ricotta, un assaggio del paradiso! La sera, la casa dello sposo si trasformava in un palcoscenico per balli e dolci, con "i Turni" , vassoi di prelibatezze, di pasticcini, mostaccioli, dolci locali e, infine, all 'ultimo turno c'erano i  "Sospiri o  Dolci della sposa", fatti con pan di spagna e ricoperti di glassa zuccherata, "lu doce", che rappresentavano la dolcezza dell' evento in ogni morso. Il tutto era accompagnato da musiche e balli tradizionali.

I matrimoni pugliesi, intrisi di storia, affetto e calore comunitario, riflettono l'importanza di radici profonde e di legami sinceri.

Qui trovi la prima parte del racconto "Matrimonio SI' in Puglia".

Qui trovi l'ultima parte  "Matrimonio in Puglia "terza parte.

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